L’energia è alla base delle strategie di sviluppo del nostro Paese e ne condiziona sostenibilità, progresso, grado di benessere. L’attuale sistema italiano, basato per circa il 90% su fonti fossili [1] inquinanti, costose, limitate e gestite da pochi Paesi politicamente instabili determina conseguenze gravi sull’economia, l’ambiente e la salute dei cittadini.
AMBIENTE: l’industrializzazione ha alterato il ciclo naturale del carbonio portando l'anidride carbonica a concentrazioni tali da provocare profondi mutamenti climatici e, anche in Italia, fenomeni di desertificazione, eventi atmosferici estremi, innalzamento dei mari, riduzione della biodiversità, alterazione degli ecosistemi. A livello europeo il 66% delle emissioni totali [2] di gas a effetto serra derivano dalla produzione di energia elettrica e termica e dal consumo di energia nelle abitazioni, nell’industria e nei trasporti.
ECONOMIA: oltre a comportare una spesa di circa 50 miliardi di euro all’anno per l’importazione, la forte dipendenza dai combustibili fossili è una delle principali cause del debito di 700 milioni euro accumulato nel periodo 2008-2011 per il mancato raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. È grazie all’incremento della produzione di energia elettrica da rinnovabili che, nello stesso periodo, si è ottenuta una riduzione pari al 40% del taglio delle emissioni climalteranti rispetto al 1990 previsto per l'Italia (14 milioni di tonnellate/anno) [3]. In Italia le fonti rinnovabili – combinate con efficienza e risparmio energetici - sarebbero competitive e sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico e generare un’occupazione tale da contribuire al rilancio dell’economia.
SALUTE: l’elevata concentrazione di polveri (PM10, PM2,5, polveri ultra fini, nanoparticelle, black carbon) e sostanze inquinanti nelle aree densamente urbanizzate e industrializzate rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie respiratorie e cardiovascolari, soprattutto per la presenza di prodotti di combustione carboniosi nella composizione del particolato fine. Ogni anno in Europa sono quasi 400.000 i decessi prematuri attribuibili all’inquinamento atmosferico e oltre 100.000 i ricoveri ospedalieri per malattie dovute agli attuali livelli di particelle sospese nell’aria [4]. Il rischio per la salute pubblica è paragonabile a quello degli incidenti automobilistici o del tabagismo [5].
RISORSE: a conferma dell’insostenibilità dell’attuale sistema, gli esperti sottolineano il raggiungimento del picco dell’estrazione del petrolio - una risorsa finita formatasi in milioni di anni e consumata nell’arco di appena due secoli, generando tensioni, guerre e crisi economiche - e l’inizio del declino della sua disponibilità. Le fonti rinnovabili sono inesauribili, ampiamente disponibili, per loro natura libere e distribuite, non generano conflitti e sono prodotte vicino ai luoghi d’utilizzo. Si chiude, dunque, l’era del petrolio. Si va ad inaugurare l’era delle fonti rinnovabili.
L’energia che usiamo oggi inquina, emette gas a effetto serra, compromette il territorio e contribuisce ad accentuare il divario tra i paesi più ricchi e quelli meno sviluppati. A livello mondiale l’accesso alle risorse fossili è il fattore scatenante dei più importanti conflitti internazionali. Procedere alla progressiva dismissione e sostituzione degli attuali sistemi energetici centralizzati che sfruttano le risorse esauribili, a favore di un impiego diffuso e sostenibile delle fonti rinnovabili - più facilmente accessibili, meno impattanti, democraticamente ed equamente distribuite nel territorio – favorirebbe anche un maggior rispetto dei diritti umani.
La Terra è un sistema finito e non compatibile con una crescita e uno sviluppo illimitati. Globalmente utilizziamo ben più risorse di quante la Terra sia in grado di generare e produciamo più rifiuti di quanti ne possa assorbire. Per invertire la tendenza è necessario ridurre il consumo di energia, acqua e materie prime rendendo più efficienti i cicli produttivi, programmando la dismissione di tecnologie inquinanti e obsolete, ecoprogettando prodotti e servizi, rendendo riutilizzabili e riciclabili l’acqua e i rifiuti che non possono essere evitati, favorendo le pratiche agricole sostenibili.
Nella Green Economy l’ambiente è visto come un’opportunità di crescita, stabilità e prosperità duratura, uno strumento di lotta alla povertà, uno stimolo all’innovazione. La transizione verso un’economia a basse emissioni abbatte i rischi ambientali, l’impoverimento delle risorse e dei sistemi naturali e favorisce l’equità sociale [6]. Per favorire la transizione a un’economia sostenibile occorre incoraggiare politiche nazionali lungimiranti, incentivi ed agevolazioni e adeguato sostegno alla ricerca e all’innovazione. L’adozione di politiche efficaci a favore dell’efficienza e dell’energia pulita potrà consentire, infatti, di triplicare entro il 2030 il numero di addetti nel settore energetico rispetto ad oggi [7].
Il risparmio energetico è una delle principali risorse disponibili, e se il 40% dei consumi globali è generato dall’uso dell’energia in casa (dato medio UE), proprio alle famiglie devono essere destinati incentivi e strumenti di sostegno premianti e adeguati servizi di informazione e orientamento. Intervenendo sulle principali cause di dispersione delle abitazioni, ricorrendo a soluzioni e tecnologie efficienti e sostenibili e adottando piccole attenzioni per evitare gli sprechi, i cittadini potranno, infatti, ridurre anche del 70% i consumi e abbattere la spesa economica, le emissioni di CO2 e quelle di polveri sottili.
In Italia circolano 60 auto ogni 100 abitanti [8], un record negativo che ci vede primi in classifica in Europa e che comporta effetti non trascurabili: l’esposizione alle polveri ultrafini da traffico veicolare di prossimità rappresenta un problema di salute pubblica [9] mentre la congestione è un costo che rende meno competitiva l’economia. Potremo respirare aria buona in città solo se i soggetti coinvolti - enti locali, case automobilistiche, aziende di trasporto, società di servizi, imprese e cittadini – condurranno azioni sinergiche e integrate. Le città vanno ripensate con infrastrutture efficienti e servizi volti a: ridurre i mezzi in circolazione, migliorare il trasporto pubblico, favorire la diffusione dei veicoli elettrici, incrementare la mobilità ciclabile e le aree pedonali e rendere gli spazi urbani vivibili e accoglienti per tutti, dai bambini agli anziani.
La sostenibilità non comporta rinuncia alle comodità, ma garantisce benessere duraturo, per noi e le future generazioni, in modo intelligente e a dispetto delle logiche consumistiche. Al risparmio conseguito mediante riqualificazione energetica degli edifici, impiego di tecnologie efficienti e sistemi rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, ecc.) si aggiunge quello determinato da stili di vita sostenibili. L’educazione al cambiamento e l’acquisizione di consapevolezza matureranno giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza. E la qualità della vita di tutti ne trarrà beneficio.
Il mercato globale, tipico delle economie avanzate, si fonda su criteri insostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. All’attuale modello – basato sulla grande distribuzione, il consumismo, l’invecchiamento precoce dei prodotti – si sostituirà una nuova formula, fondata su principi di democrazia e partecipazione, che ponga al centro l’autoproduzione di energia verde, lo sviluppo di filiere corte, il sostegno all’economia locale, la diffusione di acquisti verdi e prodotti a km zero, l’organizzazione di gruppi d’acquisto, dove possibile la disponibilità di servizi anziché l’acquisto di beni.
“Nel futuro prossimo venturo centinaia di milioni di persone produrranno in proprio energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la condivideranno con gli altri attraverso una "Internet dell'energia" simile a quella che utilizziamo oggi per creare e condividere informazione. La democratizzazione dell'energia porterà con se una radicale riorganizzazione delle relazioni umane, con effetti sui modi in cui conduciamo le attività economiche, governiamo la società, educhiamo i figli e ci impegnamo nella società civile” [10].
Un’informazione trasparente, onesta e puntuale è la base per la transizione ad un sistema energetico sostenibile. Cittadini consapevoli, rappresentanti politici, amministratori pubblici, imprenditori e innovatori possono contribuire in prima persona, fianco a fianco, alla lotta all’impoverimento delle risorse, all’inquinamento e al cambiamento climatico, alla rimozione di eventuali ostacoli burocratici e normativi.
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[1] Fonte: Eurostat
[2] IPCC 2007
[3] http://www.kyotoclub.org/mailing-list/editoriali-newsletter/2012-feb-15/rinnovabili_elettriche_riducono_costo_ritardo_obiettivi_di_kyoto/docId=2668
[4] http://ec.europa.eu/environment/pubs/pdf/factsheets/air.pdf
[5] ISDE
[6] Towards a Green Economy Rapporto UNEP (2011)
[7] Working for the Climate, Greenpeace (2009)
[8] Rapporto 2010 Osservatorio Autopromotec.
[9] HEI Special Report 17. Health Effects Institute, Boston, MA
[10] Jeremy Rifkin "La Terza Rivoluzione Industriale"